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Il non caso Prato

Il fatto che a Prato, città di immigrazione fortissima e aggressiva, dal 2000 al 2012 si siano verificati soltanto due episodi di razzismo allo stadio, conferma che il razzismo nel calcio si produce solo se c'è un gruppo politico organizzato
Analisi del fenomeno immigratorio nelle principali città toscane secondo l'indicatore di densità

IMMIGRAZIONE A PRATO. Come è noto Prato ha un tasso di immigrazione eccezionale rispetto alle altre città toscane. Questa immigrazione fortissima non è fatta di indigenti collocati in fondo alla scala sociale. Al contrario, è gestita da imprenditori cinesi estremamente abili, aggressivi e senza scrupoli che, sfruttando il lavoro in nero di loro connazionali e in un regime di evasione fiscale totale, si sono prima infiltrati nel sistema produttivo del comprensorio e poi se ne sono impossessati, fino a far proprio il marchio made in Italy. È ovvio che questo fenomeno così atipico abbia provocato nella popolazione una diffusissima avversione verso i cinesi. Il profondo malcontento ha determinato anche un clamoroso rivolgimento elettorale a vantaggio del centro-destra (alle elezioni amministrative del 2009 il centro sinistra perde, dopo 63 anni, la roccaforte Prato). Dato questo contesto socio-economico esplosivo, l’emergere di forme di razzismo nel calcio sembrava una conseguenza di cui non ci si potesse stupire.

NESSUN CASO PRATO. In un'intervista a Panorama del 30 gennaio 2012 Mauro Valeri definisce il Prato una "new entry" del razzismo negli stadi. Tuttavia, dall'analisi statistica degli episodi di razzismo nel calcio italiano (2000-2012) emerge una sola sanzione del giudice sportivo ai danni di questa tifoseria per un coro razzista contro un giocatore avversario: decisamente troppo poco anche solo per poter ipotizzare l'esistenza di un caso Prato. Gli episodi a cui si riferisce Valeri, visti da vicini, si rivelano quindi di scarsissimo rilievo se non inesistenti. Questo suggerisce che neanche una situazione di immigrazione fortissima, e soprattutto con caratteri atipici tali da arrecare un danno molto grave alla comunità, di per sé produce razzismo nello stadio.


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