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Fonti e metodo

Le informazioni sugli episodi di razzismo nel calcio sono tratte per le stagioni dal 2000 al 2010 dal libro di Valeri Che razza di tifo e per le due stagioni successive dalle sentenze del giudice sportivo pubblicate sui siti della Lega serie A, Lega serie B e Lega Pro. Tutti gli episodi censiti e conteggiati sono poi stati classificati in diverse categorie a seconda della loro diversa tipologia e gravità
Mauro Valeri, Che razza di tifo

FONTI STAGIONI 2000-2010. L’unico studio sistematico degli episodi di razzismo nel calcio italiano dal 2000 al 2010 è il libro di Mauro Valeri Che razza di tifo. Dieci anni di razzismo nel calcio italiano (Roma, Donzelli 2010), che censisce e ricostruisce tutti gli episodi di razzismo avvenuti dal 2000 al 2010 nei campionati di serie A, B, Prima e Seconda divisione, Coppa Italia e campionati Primavera.

METODO QUANTITIVO. Valeri procede, anno per anno, a quantificare gli episodi riferendoli alle tifoserie/Società che li hanno prodotti. Gli episodi censiti dal 2000 al 2010 sono 530, e le tifoserie/Società coinvolte 99. Precisamente, questi 530 episodi conteggiati nella tabella che segue sono gli episodi avvenuti negli stadi durante le partite (cori e striscioni); Valeri commenta anche, discorsivamente, sia molti di questi episodi censiti, sia episodi di altra natura, prevalentemente attinti dalla stampa, che però non quantifica. Soltanto in questo arco temporale le ammende irrogate dal giudice sportivo per le dimostrazioni di razzismo superano i 2,7 milioni di euro. Numeri che non lasciano dubbi sulla consistenza del fenomeno nel mondo del calcio.

FONTI STAGIONI 2010-2012. Su queste due stagioni ho realizzato personalmente un censimento seguendo lo stesso metodo di raccolta descritto da Valeri nel suo libro, e cioè basandomi sulle sentenze del giudice sportivo – pubblicate sui siti della Lega Serie A, Lega Serie B, e Lega Pro (1a e 2a divisione) – e integrandole con una ricerca di notizie pubblicate dalla stampa online. I dati emersi attraverso queste integrazioni, come si può vedere in Statistiche, sono coerenti con quelli raccolti da Valeri.

METODO QUALITATIVO A partire dalla grande quantità di dati raccolti e ordinati da Valeri, e da me integrati, è stato possibile distinguere – anche grazie a una schedatura delle parti discorsive del libro di Valeri – le varie tipologie di razzismo nel tifo che si manifestano in questi episodi; perché quello che risulta chiaro già a una prima lettura di Che razza di tifo è che non tutte le manifestazioni di tifo razzista hanno lo stesso valore e significato. Per cercare di ricavare altri elementi di conoscenza del fenomeno mi è sembrato quindi utile – anzi necessario – ridefinire la situazione da un punto di vista qualitativo, classificando tutti gli episodi censiti all’interno di categorie differenti.
La prima categoria speciale che deve essere isolata è quella degli episodi che manifestano chiari connotati neofascisti, o addirittura neonazisti, perché è evidente che la presenza o assenza di questi connotati è fondamentale per capire la natura dell’episodio di razzismo. Un’altra distinzione che deve essere fatta, poi, tenendo conto dell’idea di calcio come rituale – partita come dramma codificato, è quella fra episodi avvenuti durante la partita ed episodi avvenuti fuori dalla partita. La tipologia di gran lunga più comune è la prima, e cioè l’esibizione di striscioni o il canto di cori di carattere razzista (ma senza chiari connotati neofascisti) indirizzati dalla tifoseria a giocatori della squadra avversaria. È chiaro che l’idea di “razzismo rituale” si potrà applicare eventualmente solo agli episodi di questo tipo, in nessun modo a quelli avvenuti al di fuori del rituale della partita.


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