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Opinioni e analisi

Per cominciare superiamo i luoghi comuni e dotiamoci di due strumenti culturali: da una parte le teorie sociologiche sul razzismo oggi, dall'altra le teorie sociologiche sulla partita di calcio come dramma rituale
Tifosi allo stadio durante una partita di calcio

ANALISI SUPERFICIALI. Per cercare di contrastare in modo efficace il razzismo nel calcio, bisogna prima capirlo. È quello che NON fanno né i responsabili delle politiche sportive né i media. Di fronte a ogni nuovo episodio di razzismo, le reazioni degli uni e degli altri sono sempre all’insegna del buon senso più trito, del luogo comune. La condanna scontata, espressa sempre con le stesse parole ripetitive, non si accompagna mai a una ricerca e a una discussione che entrino nel merito di chi sono i tifosi che compiono gesti razzisti, del perché lo facciano e del come sia possibile che gli stadi diventino luoghi di amplificazione di messaggi razzisti. Non c’è mai una analisi del fenomeno degna di questo nome, e le misure di ordine pubblico che vengono messe in campo lasciano il tempo che trovano proprio perché sono misure prese solo sulla base del buon senso, e non invece pensate sulla base di una conoscenza e una comprensione approfondita, “scientifica”, del fenomeno.

DUE PRINCIPALI TEORIE. Per tentare di capire che cosa sono gli episodi di razzismo nel calcio, invece, c’è bisogno anzitutto di qualche fondamento teorico. Almeno due: bisogna avere un’idea di che cosa sia il razzismo nelle società evolute di oggi, e bisogna avere un’idea di che cosa siano e di che cosa significhino calcio e tifo nelle società evolute di oggi.


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