Rispetto agli hooligans gli ultras italiani presentano fin dagli inizi due differenze fondamentali: la prima è nella composizione sociale; la seconda è nella presenza di orientamenti politici contrapposti (la sinistra comunista e la destra conservatrice). Ben presto gruppi di estrema destra, ben consapevoli dell'alta ricettività del pubblico giovanile degli stadi, mettono in atto strategie di penetrazione all'interno delle curve
In questi anni si verifica nei gruppi ultras un ricambio generazionale a opera di giovanissimi che rottamano i vecchi ultras "politici": contemporaneamente si assiste alla proliferazione di gruppi skinhead e all'aumento della violenza incontrollata che favoriscono l'apertura di maggiori spazi per le strategie di penetrazione praticate da gruppi di estrema destra
In questi anni si intensifica l'infiltrazione di gruppi neofascisti tra gli ultras e contemporaneamente si assiste a una escalation di episodi di violenza e di razzismo sia dentro allo stadio che fuori. Le tifoserie avversarie di Lazio e Roma, nonostante la storica rivalità, si coordinano per compiere insieme raid squadristici eversivi contro le forze dell'ordine o dai contenuti razzisti
Le manifestazioni di razzismo ideologico durano ormai da quasi vent'anni e raggiungono in questa fase un carattere ancora più esplicitamente neofascista e, talvolta, neonazista. Nel gennaio 2006, all'indomani del Giorno della Memoria, la partita Roma-Livorno si trasforma in una folle provocazione antisemita e nazistoide