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Anni Ottanta

In questi anni si verifica nei gruppi ultras un ricambio generazionale a opera di giovanissimi che rottamano i vecchi ultras "politici": contemporaneamente si assiste alla proliferazione di gruppi skinhead e all'aumento della violenza incontrollata che favoriscono l'apertura di maggiori spazi per le strategie di penetrazione praticate da gruppi di estrema destra
Lo stemma dei Drughi della Juventus

INIZIO DELLA VIOLENZA NEGLI STADI. Nel 1979, il primo morto in uno stadio: un pacifico tifoso laziale, in curva con la famiglia, viene colpito da un razzo sparato dall’opposta curva romanista e muore. La violenza degli scontri, in aumento, viene comunque ancora controllata dai gruppi organizzati che la gestiscono analogamente a quella dei gruppi politici estremisti, cioè sotto il controllo di una dirigenza, senza schegge impazzite individuali. Già nel 1979 il Consiglio Federale della Figc si preoccupa di «prevenire ulteriori episodi di violenza negli stadi», disponendo «sanzioni per le società i cui tifosi espongono striscioni offensivi durante le partite». E già nel 1983/1984 i vertici della Figc e dei Ministeri degli Interni e del Turismo giudicano che «questo tipo di violenza non ha nulla a che vedere con lo sport e che questi atti sono vere e proprie azioni criminali che “usano” le manifestazioni sportive come teatro ideale».

VIOLENZA INCONTROLLATA. Dalla metà degli anni Ottanta viene alla ribalta una nuova generazione di giovanissimi (skinhead, punk…) privi di una storia politica alle spalle, che si sentono discontinui rispetto ai capi storici e carismatici, non li rispettano, si muovono autonomamente e in buona misura li soppiantano, anche perché numerosi provvedimenti repressivi fanno sì che gli anziani siano costretti ad abbandonare gli stadi.

NUOVI GRUPPI. I nomi dei nuovi gruppi, Wild Kaos, Sconvolts, i Verona Alcool, ecc. fanno percepire il salto generazionale e le subculture di questi nuovi entrati. Si tratta di gruppi interessati direttamente allo scontro fisico e allo sballo. Il gruppo juventino che nasce nel 1987, denominandosi prima Arancia meccanica e poi Drughi (il nome della banda di teppisti criminali del film di Kubrick), si commenta da solo. E oggi nel sito ufficiale dei Drughi se ne contano 16 sezioni in Italia e all’estero. Viene meno, all’interno dei gruppi, il “monopolio della violenza” esercitato sotto il controllo di capi riconosciuti. La conflittualità aumenta, e aumentano anche gli spazi per le strategie di penetrazione praticate da gruppi di estrema destra.

REPRESSIONE. Le prime condanne colpiscono, nel 1990, l’intero gruppo dirigente delle Brigate Gialloblù del Verona, costituito quasi interamente da militanti del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del MSI), per fatti commessi nel 1986. Che gli striscioni esposti in molti stadi non siano solo «offensivi» ma anche «violenti e razzisti» si trova dichiarato ufficialmente per la prima volta nel 1987 (anche se la qualifica di «striscioni imbecilli» sembra volerne minimizzare il significato e la pericolosità); e, sempre nel 1987, compare per la prima volta il termine neonazista in un’interpellanza parlamentare di Democrazia Proletaria. La presenza propriamente neonazista entro la tifoseria del Verona appare chiara fin dal 1989, quando sono perquisiti una ventina di militanti e sono arrestati sette dirigenti del Veneto Fronte Skinhead per gli striscioni neonazisti durante la partita Italia-Uruguay, disputata a Verona nel 1989, e una collegata riunione conviviale per il centenario della nascita di Hitler. Nello stesso anno vengono vietati «emblemi, simboli, pubblicazioni incitanti alla violenza, alla discriminazione razziale o territoriale, o che semplicemente si richiamano a organizzazioni politiche o militari». Per «discriminazione territoriale» si intende quella contro i meridionali, tutto il resto è una perifrasi per dire «apologia di nazismo» senza usare questo termine.


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