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Razzismo e società

Nelle società contemporanee il razzismo si manifesta in forme molto più subdole, indirette, di discriminazione mascherata. Alcuni studiosi, come Martin Barker, parlano di nuovo razzismo. All'opposto il razzismo negli stadi è brutalmente esplicito e, letteralmente, urlato
Il libro New Racism: Conservatives and the Ideology of the Tribe di Martin Barker

RAZZISMO MODERNO. Il razzismo moderno, detto anche “neorazzismo”, si differenzia profondamente dal razzismo del Novecento, culminato nell’Olocausto. Lo sterminio scientifico di un intero popolo, nelle modalità atroci e di massa dei campi di sterminio, ha reso praticamente impossibile in tutte le società evolute la riproposizione di forme esplicite e teorizzate di razzismo. L’esito catastrofico delle teorie pseudoscientifiche su cui si fondava la pretesa superiorità della razza ariana ha messo fuori gioco ogni possibile riferimento a fondamenti “scientifici” del razzismo. È diventato impossibile, nelle culture successive alla seconda guerra mondiale – tranne che per frange estremiste di destra – dichiararsi apertamente razzisti e portare delle “ragioni” a sostegno di posizioni razziste. Il razzismo non è affatto morto, ma si maschera, si nasconde, si traduce in comportamenti di discriminazione implicita e subdola. Nessuno rivendica di essere razzista, anzi tutti negano di esserlo. Non esiste nessuno spazio nelle nostre società evolute in cui sia ammesso pronunciare parole e tenere comportamenti apertamente razzisti.

LO STADIO. O meglio: non esiste nessuno spazio sociale in cui ci si possa comportare apertamente da razzisti, tranne uno: lo stadio di calcio. Perché? Con questa domanda veniamo al secondo punto teorico di cui bisogna essere consapevoli per tentare di capire cosa è il razzismo nel calcio, e cioè: che cosa sono il calcio e il tifo nelle nostre società?


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